Intervista a Rosalba Vangelista, autrice de “Mi chiamavo Susan Forbes”


Buongiorno a tutti, amici del Ritrovo.

Per la sezione dedicata alle interviste degli autori emergenti, oggi vi presentiamo Rosalba Vangelista, autrice del racconto “Mi chiamavo Susan Forbes”, autopubblicato con Youcanprint e disponibile negli store in formato e-book e digitale. A questo link lo abbiamo recensito per voi la scorsa settimana.

L’autrice si descrive così: Sono una imbratta carte con il sogno di colorare qualche cuore. Ho 36 anni e sono nata e vivo a Genova, lavoro da 15 anni in uno studio medico. Amo la natura, gli animali e la cultura.

Vediamo cosa ha deciso di raccontarci in questa intervista. Buona lettura!

Quando è nata la tua passione per la scrittura? Da quanto ti ci dedichi con costanza?

Ciao a tutti! Grazie per avermi dedicato questo spazio sul vostro bellissimo blog.

Sono sempre stata una gran lettrice, ho libri di ogni genere, camera mia ormai è una sorta di biblioteca.

La voglia di scrivere è nata circa due anni fa e mi sono buttata nel mondo dell’autopubblicazione nel febbraio 2015 con un romanzo giallo, scritto tra il luglio e il novembre del 2014.

Sono stati due anni incredibili.

Hai mai partecipato a concorsi letterari? Se sì, quale è stata la tua esperienza?

Ho partecipato a due concorsi di poesia dove ho ricevuto una medaglia e targa per la mia poesia Tristan e Isolde al 1 Galà dell’Amore Romeo e Giulietta dell’Associazione Socio Culturale Il Club della Poesia di Cosenza, e inserita con la poesia Che io sia nell’Antologia 2016 de Il Parnaso Premio Angelo La Vecchia di Canicattì.

E’ stata un esperienza bellissima, tanto che concorro proprio con il racconto Mi chiamavo Susan Forbes per il 6 Concorso Nazionale ed Internazionale di poesia e narrativa dell’Associazione Socio Culturale il Club della Poesia di Cosenza i cui risultati verranno comunicati a metà ottobre.

Partecipare a questi eventi è molto stimolante.

Scrivi solo racconti o ti dedichi volentieri anche a poesie, articoli e saggistica?

Ho scritto un romanzo giallo, due racconti: un gotico, uno storico e una piccola silloge poetica crepuscolare, ho in progetto un nuovo racconto e terminare un romanzo lasciato a metà due anni fa. Ho anche scritto un brevissimo saggio sulla Legge di Attrazione, diciamo che amo variare e sperimentare nella scrittura.

Quando e come è nata l’ispirazione che ti ha portato a scrivere la tua ultima fatica letteraria?

Ho appena finito di scrivere un breve racconto ambientato ad Andover in Massachusetts nel 1692, è la lettera di una ‘presunta strega’ condannata al rogo di cui verrà tratto uno spettacolo teatrale.

Di solito l’ispirazione nasce da un’idea  del momento, pochi giorni dopo aver pubblicato Mi chiamavo Susan Forbes, in una sera qualsiasi, la storia di Selena 1692 si è materializzata nella mia mente nella frazione di un secondo.

E’ come se fossero le storie a cercare me e non il contrario.

Riesci ad essere più produttiva di giorno o di notte?

Assolutamente di giorno, credo di aver scritto pochissime righe di notte, di solito dormo, mentre il mattino presto è più produttivo soprattutto per quanto riguarda le idee e le poesie.

mi chiamavo Susan Forbes

Il punto di forza del racconto “Mi chiamavo Susan Forbes”

Mi baso sul giudizio dei lettori che mi hanno detto di aver provato una grande empatia con la protagonista.

Ho cercato di vivere in prima persona le sofferenze di Susan, tutto il dolore e la disperazione, ho cercato di ‘diventare’ Susan nel periodo della sua stesura.

Non è stato semplice diventare uno spirito dannato, vedevo film, ascoltavo musica gotica, sono andata diverse volte al cimitero a cercare di assorbire quell’atmosfera onirica, spettrale ma anche di pace.

Per me è molto importante vivere personalmente la parte dei personaggi, soprattutto del protagonista.

Il racconto “Mi chiamavo Susan Forbes” piacerà sicuramente a tutti quei lettori che…

Ai romantici, agli amanti del gotico, a chi ama le storie d’amore dannate, a chi ha un cuore malinconico, a chi ama la nebbia come me, tutta la storia è avvolta da un velo onirico e da una nebbia costante.

Il racconto tratta di tematiche delicate: come ti poni nei confronti delle scelte di Susan e quale messaggio vorresti comunicare ai lettori?

Questa è una domanda a cui rispondo con grande entusiasmo perché è importante chiarire la mia posizione rispetto la scelta estrema di Susan.

Questa è la storia di un suicidio, io non condanno Susan ma non approvo la sua scelta nonostante l’abbia creata io.

Io sono per la vita sempre, anche nei momenti più difficili e dolorosi perché la vita è un dono troppo prezioso.

Susan è una figura forte ma allo stesso tempo fragile, è figlia di un’epoca in cui le convenzioni erano alla base di tutto. Ritrovarsi sola con un dolore così grande non sarebbe facile nemmeno per un adulto, ricordo che lei ha solo diciassette anni e la storia è nata per finire in tragedia.

Tragedia perché volevo far riflettere sulla crudeltà di certe scelte, prese a volte da parte di chi dovrebbe invece comprendere i sentimenti altrui.

I genitori di Susan fanno due cose orribili e distruggono così l’anima e i sogni della figlia solo per una questione d’onore.

I sentimenti sono questioni delicate, nessuno dovrebbe interferire in maniera tanto crudele, ma cercare di comprendere, di parlare, di affrontare i problemi insieme. Susan si suicida per il dolore, per amore, per colpa della crudeltà della sua famiglia.

Purtroppo ancora oggi viviamo situazioni simili, l’adolescenza è una fase delicatissima e importante, si dovrebbe dare più spazio e comprensione ai sentimenti degli adolescenti che vivono un momento dove tutto è amplificato, le gioie, i dolori, gli amori si vivono alla massima potenza.

Quanto tempo dedichi all’editing dei tuoi lavori? Sei una perfezionista, di quelle che trascorre ore ed ore a tentare di migliorare quanto più possibile il suo manoscritto, o una volta terminato parti subito alla volta di una nuova avventura?

Diciamo che non sono affatto una perfezionista purtroppo, cerco di curare l’editing ma perdo subito la pazienza.

Dovrei essere un pò più disciplinata eheh!

Ho mille idee e appena finisco un lavoro inizio subito con qualcos’altro.

Secondo te, dopo quanto tempo e secondo quali condizioni un autore può davvero definirsi uno scrittore?

Questa è una domanda a cui non so rispondere in maniera precisa.

Non credo sia il numero di copie vendute che faccia lo ‘scrittore’ ma l’amore suscitato nei suoi lettori, conosco talenti eccellenti con poche copie vendute e best seller  che hanno scritto dei libri privi di tutto.

Devo ancora scoprire cosa significhi davvero la parola ‘scrittore’, forse è colui che riesce a regalarti un’emozione scritta sulla carta.

Taccuino o notebook? Penna o tastiera?

Assolutamente taccuino e penna, odio il pc e la tastiera per scrivere, lo faccio da sofferente ogni volta che devo creare il file del manoscritto.

Qual è l’aspetto più “eccitante” dell’essere scrittore?

Quando qualcuno ti contatta e ti ringrazia per aver scritto qualcosa che ha emozionato, in quel momento senti di aver fatto qualcosa di buono.

Nessuna classifica, nessun guadagno vale tanto.

E quale quello più noioso?

Come detto prima il riportare tutto sul pc a fine stesura, per me la carta e la penna sono il collegamento più vero tra le idee e il cuore.

Cosa pensi del self-publishing rispetto all’iter editoriale tradizionale e perché l’hai scelto?

Sono un autrice in self publishing, l’ho scelto perché purtroppo ho parlato con alcuni autori prima di pubblicare che non hanno avuto delle belle esperienze con le loro case editrici.

Con il self posso decidere io ogni cosa, ogni passaggio della pubblicazione, ho piena libertà sui miei scritti e mi trovo benissimo con il mio editore.

Oltre a essere una scrittrice, sei anche una lettrice?

Sono una gran lettrice, ho iniziato nel 1995 a 15 anni, posseggo ancora il mio primo libro acquistato.

Da quel giorno non ho più smesso, per me la lettura è libertà, cultura, vita.

 Se avessi la possibilità di scegliere un unico titolo, quale sarebbe il romanzo che definiresti senza dubbio il tuo preferito?

Ne ho tantissimi, ma se proprio devo scegliere, I Ponti di Madison County di Robert James Waller.

Nonostante non prediliga i romanzi rosa questo libro è di una forza e una dolcezza unica, è una storia d’amore meravigliosa, ancestrale, passionale, dolorosa, eterna.

Ho pianto fiumi di lacrime nel finale.

E quale ti sentiresti di consigliare a un adolescente che vuole avvicinarsi alla lettura?

La Storia Infinita di Michael Ende, è una metafora fantasy sulla vita, un libro che apre le porte sul regno dei sogni e dell’immaginazione.

La tua favola preferita da bambina?

Alice nel Paese delle Meraviglie ma amo anche le fiabe di Capuana, hanno tutte una grande morale.

“Io leggo perché…”

Ho bisogno di vivere altre vite costantemente, solo la mia mi va stretta.

Voglio essere ovunque e in tutti i periodi storici del passato e anche nel futuro. La lettura ti da questa possibilità.

“Io scrivo perché…”

E’ un bisogno, uno sfogo fisico e soprattutto spirituale, quando scrivo esce la parte più profonda di me, quella che forse nel quotidiano non mostro.

Cosa credi cerchino i lettori in un romanzo? E cosa vuole offrire il tuo?

Cercano quello che cerco io, vivere storie, emozionarsi, ridere, piangere, sperare…

Io cerco di trasmettere qualcosa o almeno ci provo, in Mi chiamavo Susan Forbes provo a far riflettere sull’importanza dei sentimenti e dei legami.

Quale di queste parole ti definisce di più? Sognatrice – Pragmatica – Riflessiva – Impulsiva – Tenace – Cinica – Fantasiosa – Pazza – Eclettica – Poliedrica.

Riflessiva, è una costante per me, contemplo tutto quello che mi circonda.

Se avessi l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con uno scrittore del passato, chi faresti accomodare al tavolo con te? Perché?

Dante Alighieri, lo amo alla follia, adoro La Divina Commedia, avrei da fargli mille domande!

C’è un libro che ami particolarmente e di cui ti piacerebbe vedere realizzata la trasposizione cinematografica?

Si, il thriller dello scrittore Anton Francesco Milicia, Contrada delle Case Vecchie.

E’ una storia incredibile, scritta magistralmente, con dei personaggi affascinanti, il film sarebbe una bomba!

Un libro recente che proprio non ti è piaciuto.

E’ un libro che non ho voluto leggere per intero ma che ho letto in alcune parti e mi ha disgustata e credo che sia fuori da qualsiasi portata, Le Undicimila Verghe di Guillaume Apollinaire.

So che alcuni non condivideranno il mio pensiero ma lo ritengo un testo pedofilo, sadico, necrofilo e pieno di atrocità come orge, stupri e omicidi con coinvolti addirittura bambini e animali.

Una cosa impensabile per me leggere una cosa del genere.

Un presunto “caso letterario” a tuo parere fin troppo pompato.

Forse le famose 50 Sfumature di Grigio che ho letto per curiosità, non sono un’amante dell’erotico ma credo ci siano testi di genere molto più belli che non hanno avuto lo stesso successo.

Cosa si potrebbe fare, a tuo parere, per incentivare la lettura?

Sono una maestra che però fa la segretaria di lavoro, punto molto sui piccoli, credo sia tutto in mano dei genitori e della scuola.

Si dovrebbero avvicinare i bambini ai libri fin dai primi anni di vita, leggere loro storie, circondarli di libri, creare dei momenti importanti attraverso la lettura. L’infanzia ci forma, è importante trasmettere i giusti valori in questo periodo della vita.

Il libro che porterai con te durante le vacanze estive?

Chiedi alla Polvere di John Fante che sto leggendo adesso, mi è stato consigliato da un amico scrittore che stimo molto e me ne sono innamorata.

Fante ha uno stile unico e Bandini è un personaggio affascinante nella sua strafottenza, davvero un libro meraviglioso.

Grazie Rosalba per aver risposto a tutte le nostre domande. Se volete seguirla, cliccate questo link per essere indirizzati alla sua Pagina Facebook.

In bocca al lupo per la tua carriera di autrice, Rosalba.

E buona giornata a voi, lettori!

 Gianluca Ingaramo

Un pensiero riguardo “Intervista a Rosalba Vangelista, autrice de “Mi chiamavo Susan Forbes”

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